L’Agenda 2030 dell’ONU vista dai bambini

L’Agenda 2030 dell’ONU vista dai bambini

L’Agenda 2030 dell’ONU vista dai bambini

Obiettivo 1, ridurre la povertà: “Cercherò di aiutare quelli che sono meno fortunati di me e dare una monetina a chi è per strada a chiedere l’elemosina”.

Obiettivo 5, parità di genere: “Non riderò più del mio amico di classe che ha deciso di fare danza invece di andare a scuola calcio come gli altri”.

Obiettivo 6, acqua pulita: “Chiuderò sempre il rubinetto quando mi lavo i denti e soprattutto mi laverò i denti ogni sera altrimenti mamma si arrabbia”.

Obiettivo 10, ridurre le disuguaglianze: “Non riderò più quando i miei amichetti stranieri a scuola sbagliano qualche parola in italiano ma anzi cercherò di aiutarli nei compiti”.

Obiettivo 12, consumo e produzioni responsabili: “Starò più attento quando mangio a non buttare del cibo. Quello che non mi va lo faccio conservare alla mamma”.

Siamo a Roma, Villa Borghese nel Villaggio per la Terra, il più grande evento italiano dedicato all’ambiente organizzato da Earth Day Italia e Movimento dei Focolari. Cuore pulsante della manifestazione sono i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, ognuno presentato attraverso una Piazza Telematica guidata da studenti dell’Università Cattolica.  É il pomeriggio del 22 aprile, proprio nella Giornata mondiale dedicata alla Terra. Si presenta presso lo stand della Fondazione Maria Diana onlus, Roberto, un bambino romano di 10 anni, sorriso sulle labbra, vistosi occhiali neri, capelli castani a caschetto. Dal suo viso traspare una grande gioia mista a soddisfazione. Poco dopo abbiamo capito il perché e ci siamo emozionati anche noi.

Roberto aveva con sé la mappa della Caccia al Tesoro, una delle attività che la Fondazione, insieme ai Consorzi Comieco e Cial, ha promosso all’interno della manifestazione. Non era certo il primo che arrivava al nostro stand con il fiatone. Come gli altri bambini aveva seguito il percorso tracciato sulla carta, era entrato, grazie alle password di accesso, in ognuna delle 17 Piazze Telematiche, aveva ascoltato con attenzione quanto detto dai giovani universitari della Cattolica e ritirato il bollino che certificava il superamento della tappa. 

Concluso il suo percorso, Roberto si è presentato alla postazione della Fondazione, punto base della Caccia al Tesoro, per ricevere i premi. Nell’esaminare la sua mappa abbiamo notato una particolarità: la mappa oltre ad avere incollati tutti e 17 i bollini, riportava diversi appunti e pensieri scritti a penna. Nessun bambino fino a quel momento aveva pensato di prendere nota degli spunti e nozioni ricevute durante il percorso. Roberto invece aveva deciso non solo di visitare tutte le 17 Piazze ma anche di sottoscrivere degli impegni per il suo futuro per ognuno degli Obiettivi dell’Agenda 2030 sullo Sviluppo Sostenibile. 

Alcuni di quei promemoria sono riportati all’inizio di questo racconto, così come di getto li abbiamo letti. Roberto è stato premiato, come gli altri partecipanti, con gadget frutto di riciclo: la piantina della “La Carta Germoglia” e la “Lattina salvadanaio” in alluminio del Villaggio per la Terra. Roberto, però, meritava un premio speciale come riconoscimento per il suo impegno e così ha ricevuto in dono anche un Dado della Terra in versione gigante, di solito consegnato esclusivamente alle scuole.

La Caccia al Tesoro non è stata altro che un mero strumento ludico che la Fondazione Mario Diana ha progettato e proposto per sensibilizzare i più piccoli sugli ambiziosi traguardi che i 193 Paesi membri dell’ONU si sono prefissi di raggiungere: fare in modo cioè che, entro l’anno 2030, si possa vivere in un mondo più unito, solidale e sostenibile. Quest’attività rientra nel più ampio programma educativo di tutela ambientale rivolto ai più piccoli che la Fondazione Mario Diana sta portando avanti attraverso il progetto Seguimi e il Dado della Terra. La valenza pedagogica di questo agire trova le sue fondamenta in un metodo di apprendimento attivo, attraverso il quale il bambino viene coinvolto e responsabilizzato, prende iniziativa, cerca soluzioni ai problemi e impara nuove cose dalle sue azioni (learning by doing) e dalle conseguenze che le sue scelte hanno sul mondo che lo circonda. All’azione si accompagna il pensiero (learning by thinking). Una metodologia questa che ha ricevuto l’apprezzamento di Pierluigi Malavasi, professore ordinario di Pedagogia nella Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, il quale, presente nell’ultima giornata del Villaggio per la Terra, ha apprezzato il valore pedagogico dell’azione sviluppata, rendendosi oltremodo disponibile ad accompagnare sotto il profilo scientifico il progetto “Seguimi” della Fondazione Mario Diana. 

Clicca QUI per scaricare il press kit della Fondazione Mario Diana onlus al Villaggio Per la Terra.

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